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e tanti altri, in pubblico onore ed utile ritornava; l’uccidersi fra noi quei pochissimi che al servire anteponeano la morte, in pubblico danno tornava; poichè un buon cittadino meno, dove già pochi ne sono, è irreparabile perdita: ed in pubblica vergogna ed infamia tornava; poichè la generosa morte di quelli dimostrazione vivissima era pur troppo della viltà di quegli altri tutti, che i forti non vendicavano, o non imitavano.

Felicità somma, ed unica, un dì, era in Roma la sicurezza, e l’uguaglianza; donde i costumi, le domestiche virtù, le vere amicizie, la fede, la parsimonia nascevano: felicità era il vedere ogni uomo felice; e niuno dalla rovina del congiunto, dell’emulo, del nemico, o dell’amico stesso pur troppo, la propria sicurtà e grandezza ne traeva. Oimè! qual pianto mi