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DI PLINIO A TRAJANO. 43

mente tiranno. Non eran più cittadini que’ suoi soldati; e dal cessare essi d’esserlo, al cessar la città, non fu, nè esser potea lungo il frattempo: quindi un civile moderato governo tosto cangiossi in un militare e violento. Furono da quel punto in poi il senato nostro, le pretoriane coorti; i nostri tribuni del popolo, i centurioni; i sacri consoli, l’imperatore perpetuo, ed unico: e quale! ―

O Roma, dello stesso tuo nome appellarti potesti; e così cangiata, così vilipesa, così strazïata, tutto soffrire, e tacerti? ― Ma il tempo è al fine pur giunto; sì, il tempo, in cui, da medica sovrana mano ristorate le tue acerbissime piaghe, ti rifarai più bella, e non men grande, e più saggia. L’imperatore tuo unico, console e cittadino vero vuol farsi. Gli eserciti numerosi e superbi, da cui