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è fatto. Tacer non ti posso, che in te si amano, si adorano le doti, l’animo, le virtù di Trajano; ma che in te si abborrisce la possanza, la dignità, e il nome d’imperator re, di cui con ragione si trema. Ad animo generoso, quale il tuo, ardisco io esporre, come il primo dei meriti nostri, ciò che ad altro volgare principe ogni maligno e vile delatore esporrebbe come il primo dei tradimenti. Sì, Trajano, i cittadini di Roma, pe’ loro lunghi mali, per le orribili passate tirannidi, ed in ultimo più efficacemente ancora, pe’ brevi felici anni del tuo impero, rientrati in se stessi, e ritornati Romani, ogni qualunque freno abborriscono che può loro impedire di essere e di mostrarsi Romani; lo abborriscono, ed osano dirtelo per bocca mia. Ma, dove pur tanta altezza di pensieri dispiacer mai potesse a chi ne