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DI PLINIO A TRAJANO. 27

mostro niente minore dei sopra nomati. E le crudeltà, le violenze, le rapine, l’onte, le stragi, i mali tutti in somma da quel mostruoso futuro principe fatti, non meno che a lui autore di essi, a te imputati verranno, pur troppo: alla fama tua ne verrà minoramento grandissimo; al tuo stesso nome e memoria grand’odio: poichè potendo, per l’autorità a te affidata dagli Dei e dal rinascente genio della romana repubblica, restituir libertà, e togliere con efficaci leggi e con ingegnosi mezzi per sempre i tiranni, eseguito pure non l’hai. Chi perdonare può a Tito l’essersi lasciato succedere Domiziano? Gli era fratello: ma Roma gli era, o essere doveagli, più che figlia. Nol potè, nol volle forse egli spegnere, benché quello scellerato contro lui congiurasse: magnanimo in ciò era Tito,