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PARIGI SBASTIGLIATO. | 105 |
XI.
Deh! con qual gioja alla sconfitta rocca
Io volgo il piè! Senza tremare, io passo
Dentro all’orrida soglia.
Già di pietade il core mi trabocca,
185Solo in mirarmi attorno il negro sasso...
Or, quai voci alla doglia
Pari saran, se a me descriver tocca
I funesti pensieri, onde la vista
Dell’atre interne carceri mi aggrava?
190Quì (dich’io) lagrimava,
D’arbitrario insanir vittima trista,
La intatta sempre-timida Innocenza,
Cui di sua man Calunnia conficcava.
Quì non si udia di giudice sentenza:
195Quì due miseri carmi,
Veri, o supposti; e quì un sorriso, un guardo,
Un pensier, potean trarmi...
Oh di qual giusto alto furor tutt’ardo!
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