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E del resto, come il Fisico conosce l’ansia di cercare nell’esperienza la conferma o la smentita di una nuova legge vagamente intuita, così l’Aritmologo si affatica indarno, con alterne speranze e delusioni, a meditare ad esempio su alcune proprietà dei numeri asserite da Fermat o da Goldbach che migliaia di esperimenti non hanno smentito ma che nessun ragionamento ha ancora convalidato.
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Che cosa è dunque per me la Matematica?
È la più antica e veneranda, fra tutte le Scienze sperimentali ed è la buona sorella maggiore — vigorosa di giovinezza eterna — che più sicura e più destra, non solo porge incessante e valido aiuto alle minori — varie d’anni e d’aspetto, ciascuna intenta ad un suo proprio lavoro — ma vigila sugli ostacoli che si frappongono all’opera di ciascuna, per escogitare, ove possa, nuovi strumenti atti a superarli.
E alle sorelle sue, e con esse agli uomini tutti, porge il salutare esempio d’ogni migliore e più feconda virtù: educando a disinteressata e infaticabile ricerca del vero, a consapevolezza ed onestà intellettuale, a giusta estimazione di sè scevra di vanità, e ad incrollabile fede nel progressivo sviluppo del sapere, par cui l’uomo — trascendendo le proprie origini — perfora i monti, varca gli oceani, si libra nell’aria e lancia i suoi messaggi per l’etere.
Finito di stampare il giorno 6 marzo 1913. |