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Roma con Esculapio trasformato in serpe; e questo vogliono molti che ’l sia perche questo animale ha molti e molti rimedi per la salute dell’huomo; nella stanza. L’onde con aura dolce il legno fende. e nelle seguenti.

Nel fine del suo poema Ovidio canta le lodi di Cesare, nel mezzo della stanza, Ma s’allhor s’allegrò d’un Dio straniero e nelle seguenti, insieme con la doglienza, e i lamenti di Venere per la morte sua nella stanza. Riguarda ben dalla celeste corte con le seguenti. Bellissimi sono ancora i tristi segni e mali augurij che trasporta l’Anguillara della morte di Cesare nella stanza. Fu fra le nubi nere udito intorno e nelle seguenti, come ancora è bella la riprensione che fa a Giove a Venere nella stanza Che fai figliuola mia? che fai? non vedi. Quanto vagamente ancora descrive come sali l’anima di Cesare alla sua amica stella nella stanza, Mentre la Dea per l’aere la conduce e nelle seguenti; e le lodi di Augusto ancora insieme con l’invocatione di Ovidio a gli Dei Romani, della stanza. Voi Dei che già da l’Asiana Corte.

A Imitatione di Ovidio ancora l’Anguillara consacra questa sua in vero lodevolissima fattica al Christianissimo Carlo Re di Francia, come herede delle qualità Reali della felicissima memoria del suo grandissimo Padre; al quale donò già l’Anguillara questo suo Poema; nella stanza Tu Geneveva pia, tu pio Marcello e nell’altre quattro che seguono: dove fa palese quanto sia devoto servitore di quella Corona, e in quanta stima tenghi la memoria felicissima del non gia mai a bastanza lodato Re Arrigo, e quivi dopo haver fatte due stanze in lode del honoratissimo Messer Mattheo Balbani Gentil’huomo Luchese, suo unico benefattore finisse il suo Poema molto vagamente, nella stanza, Hor tu nata opra mia d’una si bella.

REGISTRO.

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Aa Bb Cc Dd Ee Ff Gg Hh Ii Kk Ll.
Tutti sono quaderni, fuori che *, che è duerno, & L1, che è duerno.

IN VENETIA

Appresso Francesco Senese, M D LXIX.