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ANNOTATIONI DEL NONO LIBRO.

La lotta di Hercole con Acheloo per cagion di Dianira figliuola di Oeneo, è mera historia perche havendo Oeneo promessa Dianira sua figliuola, bellissima giovane, per mogliera ad Hercole con questa conditione, che riducesse l’acque del fiume Acheloo che scende dal monte Pindo, in un sol vase, perche scorrendo come faceva, con dui vasi allagava tutti i frutti, e tutte le biade della campagna; e faceva grandissimi danni a quel paese, per questo si dice che Hercole dopò molte fatiche vinse Acheloo, havendogli tratto un corno quando combatteva con esso lui cangiato in un Toro; e lo lasciò con un corno solo, che fu quando raccolse tutte le sue acque in un vaso solo; fù il corno di Giove vincitore ripieno di herbe, e di frutti, e donato alla ninfa Amalthea, e da indi in poi fu sempre chiamato il corno di Amalthea, e questo fu quando si coltivò, e si rese fertile quella parte che prima ingombravano l’acque del fiume, per opera di Hercole; è da maravigliarse quivi come artificiosamente l’Anguillara habbia aggiunto il proprio Autore, se non avanzato nel descrivere la lotta, e rapresentarla cosi vivamente, che simiglia a chi legge haverla inanzi a gli occhi.Dobbiamo essere cauti nel confidare le cose amate altrui, con l’essempio di Hercole il quale confidò molto male la sua amatissima Dianira a Nesso Centauro, che pensando di involargliela si diede a fuggire havendola in groppa, dopo havere passate l’acque gonfie del fiume Eveno come quello che sperava allontanarse di modo, che potesse godere dell’amore che haveva lungamente portato alla bellissima giovane, & involò la morte, perche come prima Hercole udì la voce di Dianira, che si doleva di essere portata via dal mostro crudele, tirò con l’Arco una saetta, e colse il fiero mostro; il quale sentendose venir meno per il veneno della ferita, non volle morire senza pensare alla vendetta, perche havendo persuasa la giovane a pigliar la camicia sua, e vestirla ad Hercole, come prima s’avvedesse ch’ el voltasse l’Amor suo ad altra donna, che conoscerebbe ch’ella haveva virtu cosi di spegnere tutti gli altri amori, come ancora di conservar’ il suo; fece a punto la semplice donna quanto le disse Nesso, onde come prima Hercole s’hebbe vestita la camiscia avenenata rimase di modo afflitto dal dolore del veneno, che fatto un Rogo nel monte Oeta s’abbruggiò da se medesimo; potiamo da questa favola ritrare che quello che ama la gloria, compreso sotto questa voce Hercole, vedendose rubare la fama acquistata con molte fatiche e sudori, figurata per Dianira; dalla lascivia, figurata per Nesso Centauro: gli tira una saetta tinta nella propria virtu, & la amazza; dà il Centauro la sua camiscia a Dianira, a fine che la faccia vestire ad Hercole come prima si volti ad amare altra donna; che è quando la lascivia vien meno, ma non però che non lasci de le sue spoglie alla fama; per dar la medesima morte, che è stata data a lei, all’huomo intento alla gloria il quale acceso da poi dell’amor vano, dishonesto, e lascivo di Iole si veste la camiscia dell’error suo, mandatagli dalla fama, onde ne rimane di modo pieno di afflittione, che s’abbrugia da se medesimo, e si torna a ringiovenire, perche come prima passiamo da una vita lasciva, dishonesta, e viciosa, a una temperata, honorata, e lodevole abbrusciando le male affettioni, ritorniamo giovani alla virtu, & alla gloria; e siamo dapoi ancora inalciati al Cielo, dalle ali della contemplatione, e tenuti nel numero de i Dei, che sono quelli che hanno volti tutti i loro pensieri in Dio; perche questi tali divengono Dei per participatione, nella maniera che dice il Salmo: Ho detto che voi sete Dei.

Bellissima conversione è quella dell’Anguillara, a Dianira, nella stanza Misera il tanto lagrimar, che giova? ; la trasformatione di Galantide in Donola, ci da essempio, che Iddio ci da il castigo in quella parte con la quale l’habbiamo offeso; havendo Lucina punita la servente di Alchmena, perche si fece scherno di lei, e la ingannò nel parto di Hercole cangiandola in Donola, animale, che secondo i naturali partorisse con la bocca; hebbe nella medesima parte il castigo di partorire, con la quale si volle far scherno di Lucina, e farle la burla che giovò molto ad Alcmena intorno il parto.

L’infelice Driope cangiata in arbore per havere scioccamente spezzato il ramo del loto, per tenire lieto il suo figliuolo con la vaghezza di quel fiore, ci da essempio che ne a studio, ne ignorantemente l’huomo non deve giamai fare alcuna offesa a Iddio, perche facendo se ne riceverà il castigo di essere trasformato in arbore, che non è altro che rimanere solamen-