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della cortesia, i poveri che sono fuori della terra in stanze humili, e vili che non i ricchi, che stanno ne i magnifici, e soperbi palazzi, e pero i Dei, come quelli che amano l’ amorevolezza, lasciano la terra soperba, e s’alloggiano nella picciola e povera casa con l’amorevolezza; e cosi poi sommergeno per giusta vendetta sua, la superbia, la ricchezza, e le delicie, che sono rinchiuse fra le cinte di mura, come ancora nobilitano, inalciano, & fanno immortale quella quantunque povera habitatione, che con puro zelo d’ Amore i raccoglie; quivi si può vedere quanto sia cieca, e maligna la natura nostra, che quelli che possono usare i termini della cortesia, come comodi, e ricchi non vogliono; e quelli che non possono per la povertà loro vorrebono. Onde si vede che i poveri sono cosi per la maggior parte accompagnati da grand’ animo con poche forze, come i ricchi da poco, e vile animo, con molte forze, e crederò che Iddio habbi voluto che sia contrapesata cosi in questi, come in quelli questa differenza, a fin che ravedendose al fine e gli uni, e gli altri, cosi restringhino i poveri il loro grand’animo, ne i termini delle loro picciole forze, come ancora i ricchi l’allarghino in quelli delle loro molte forze, comunicando quei beni de i quali soprabondano, a quelli che ne sono sempre in necessità; e riconoscendoli dalla bontà di Dio, come suoi dispensatori, e non come Tiranni, essendo specie di tirannia; tenire rinchiusi quei doni che manda e produce iddio per la università de gli huomini, per satisfare a un’ ingordo, e disordinato desiderio di havere; con tanto danno e miseria di quelli che viverebbono, di quello che soprabondono loro; ancora che si conoschi chiaramente che per la maggior parte quelli che sono comodi, e ben’istanti quanto piu sono ricchi, tanto piu sono avari, e desiderosi di maggiori ricchezze; o perche le medesime richezze venghino accompagnate da questa ingordiggia insatiabile di havere; overo, che la nostra natura tenda quasi generalmente, per naturale inclinatione a questa malignità, come tende ancora in molti altri vicij. Furono Filemone e Bauci trasformati in due quercie appresso il lor tempio, che non fu altro che essere fatti immortali, per gratitudine de gli Dei, del ricevuto beneficio, essendo la quercia arbore che vive piu di qual si voglia altro arbore, e per questo se ne facevano le corone da gli antichi ne i trionphi, prima che Apollo facesse conoscer’ il Lauro.

Proteo figliuolo di Nettuno che era tenuto appresso gli Egitij un grande indovino; e trasformava gli huomini in diverse qualità di cose, quando in animale, e quando in arbore, o cose simili, quando gli tornava bene; è mera historia esssendo stato un’ huomo di questo nome prudentissimo, e molto aveduto; il quale havendo gran cognitione delle cose passate applicandole con alcune congietture, sapeva prevedere molte cose dell’avenire, e per questo era tenuto per grandissimo indovino; cangiava ancora gli huomini in diverse forme quando alterava gli animi loro con diverse passioni, le quali sogliono trasformare gli huomini che sono sotto il dominio loro, quando in fiere, e quando in animali di manco offesa, secondo le qualità male loro.

L’empio Eresichtone spregiatore della potentia de gli Dei, che fa tagliare la quercia sacra a Cerere, che diremo che sia altro che l’avaritia? la quale ha tanta forza ne gli huomini che li fa spreggiatori della potentia di Dio, come quella che non conosce altra possanza che quella dell’oro, e delle ricchezze; taglia l’empio arbore sacro a Cerere che è Dea dell’abondantia, quando taglia il camino alla sua intentione, con il coltello del suo veneno apropriando avaramente a se medesima, tutti quei beni che sono produtti da Cerere per beneficio universale, & a fin che fussero comunicati, in tutte le parti, vien’ al fine l’ingorda in tanta fame, e in tanta rabbia per giusta vendetta della Dea, che quanto piu magna, tanto piu cresce l’ardentissima voglia di mangiare, se mangia chiede sempre nuove vivande ingordamente, se dorme, mangia in sogno, & in tutte le sue operationi; vuol mangiare cose tutte che molto convengono all’avaro, e gli sono molto proprie, perche quanto piu arricchisse, tanto piu desidera di havere ne può giamai veder satia quella sua insatiabile ingordigia che può tanto in lui, che l’induce sino a vendere con ogni maniera d’infamia le proprie figliuole per haver dinari, come vende Eresichtone Metra sua figliuola; sottomettendola a questo e quello, ond’ella ne diveniva hora un Pescatore, hora un Bue, & tal’hora qualche altro animale, si come le era donato da quelli che la godevano dishonestamente, in quei tempi, che non erano ancora in uso le monete d’oro, e di argento.Con quanta vaghezza ha l’Anguillara poi imitato Ovidio nella descrittione della habitatione della fame non fa bisogno ch’ io lo mostri con molti lunghi giri di parole, potendolo ogni quantunque debile ingegno molto ben conoscere, come può ancora conoscere la effigie, e l’operationi sue, e nel modo che l’abbracciò l’empio Erisichtone: a fin che sappiamo fuggire i suoi abbracciamenti.