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ANNOTATIONI DEL SESTO LIBRO.

La contentione che nacque fra Pallade, e Aranne intorno il tessere, e ricamare, ci da essempio che non dobbiamo giamai per eccellenza che paia che sia in noi, aguagliarse, gonfij dallo spirito della superbia, a Dio, et insoperbirse di modo, che non riconoscendo il tutto da esso, la sua bontà divina mossa dal giusto sdegno, habbia, facendoci traboccare, in qualche gran miseria, a farci conoscere, che non siamo che debili, piccioli, e vili animali, allontanati che siamo dalla gratia sua; e che non sapiamo far cosa alcuna, ne intelletiva, ne mecanica, qua giù, che non la sia fragile come una tela de Ragno; come s’avide Aranne, quando essendo stata vinta da Minerva, fu trasformata in cosi picciolo, e vile animaluccio; che continuando nella sua ostinatione non cessa di tessere le sue vane, e inutili tele, forse per suo castigo, dandose per aventura ancora a credere di essere in contentione con quella invittissima Dea; laqual è dipinta con l’occhio fosco, con una lunghissima asta in mano, e con lo scudo di Christallo, e con il corpo di corazza che hà dinanti di rilevo il capo di Medusa; l’occhio fosco, è il continuo pensiero che tiene l’huomo prudente, ne i discorsi delle cose humane, facendose l’occhio fosco quando s’ha il pensiero fisso in qualche oggetto, che ci preme; l’hasta lunga ci da a credere, et a conoscere per verità espressa, che non può essere prudente, chi non mira le cose molto di lontano, e maggiormente ne i maneggi di guerra; dovendose riparare all’insidie de nimici, e tenerle molto con l’hasta lunga luntane da noi; lo scudo di Christallo, è per iscoprire l’inimico che ci sopragiunge all’improviso, e scoprendolo tutto a un tempo sapersene difendere. Il Capo di Medusa nel petto non è che la prudentia nelle nostre attioni, et operationi, laquale dovemo per sempre havere nel petto, viva, e pronta; come la si scopre nel rilevo.

Contende Minerva con Nettuno intorno il nome ad Athene, e rimane vincitrice, quando per sententia de gli Dei hebbe percossa la terra, e che n’uscì l’Oliva, si come per la percossa, di Nettuno medesimamente ne uscì il cavallo; che è l’animale che serve molto alla guerra; come ancora l’Oliva significa Pace; dandoci a vedere, che le città, et le adunanze de gli huomini amano molto meglio la pace, che non fanno la guerra; onde le fu poi posto il nome di Athene da essa Pallade, chiamata dalle voci greche di questo nome. Ricamò Pallade ancora la pazzia di Hemo, e di Rodope che hebbero ardire di farse chiamare l’un Giove, e l’altra Giunone, onde furono trasformati in dui Monti; sogliono i Monti essere figurati per la superbia de gli huomini di picciola fortuna, che hanno l’animo gonfio di superbia, ma non hanno poi forze di far che gli effetti l’accompagni, come quelli che sono immobili per le loro poche forze, come i Monti. Tendono tutti i Ricami di Pallade a far avertita Aranne che non voglia contendere con essa lei, perche non le succeda quello che successe ad Antigone, che volendo preporre la sua bellezza, a quella di Giunone, fu dalla Dea trasformata in una Cicogna, che è uno de i piu sozzi uccelli, che si vedano. Narrano l’Historie che havendo Hercole amazzato Laomedonte del quale era figliuola Antigone, la giovane fuggì nelle cannuccie di Camandro. E vi se trattenne molti giorni per non essere amazzata da Hercole come gli altri suoi fratelli, e sorelle; onde questa sua fuga diede colore a questa favola amando le Cicogne di habitare le cannuccie. Depinse Pallade nell’angolo dell’opera sua poi la trasformatione delle figliuole del re Cinira, lequali insoperbite per la loro molta bellezza, hebbero ardire di aguagliarse a Giunone, e per questo furono da esse trasformate ne i gradi del suo tempio, che sono calpestati da ogni uno, perche chi s’inalza con l’ali della soperbia, serà humiliato con la sferza della depressione. Bella e sententiosa è la conversione dell’Anguillara, nella stanza Frenate altieri Heroi l’ingiusto orgoglio.

Finita l’opera di Minerva Aranne incominciò la sua, dalla trasformatione di Asterie figliuola di Ceo, laquale essendo amata da Giove, per goder dell’amor suo, si trasformò in Aquila; et ingravidolla di Hercole, havendo poi fatta una congiura Asterie contra Giove, fu dal furore de lo sdegnato Iddio trasformata in una Coturnice, e dapoi nell’Isola Ortigia. Questa trasformatione è tolta dall’historia che narra che essendo vinto Ceo, et amazzato da Giove; fu presa Asterie ancora da esso, e perche l’Aquila è insegna di Giove, hanno finto che per goderla Giove s’era trasformato nell’Aquila portata nella vittoria contra Ceo: segue la trasformatione di Giove in Cigno per godere dell’Amore di Leda, laquale non ci da altra Alegoria se non che la dolcezza delle parole, e la soavità del Canto, sono potentissimi mezzi per haver vittoria di qual si