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che sono fra terra; per questa cagione hanno finto i Poeti Venere, essere nata de la piuma del mare: hanno voci, e canti soavissimi che adormentano i miseri che passano per là, e adormentati gli affogano, privando de i tutti i beni quelli che danno nelle loro mani. Vanno le Sirene cercando Proserpina, che significa l’abondanza; perche le Meretrici non s’ hanno giamai metter freno alle loro dishonestissime voglie, anzi le vogliono contentare abondevolmente, solo Ulisse fugge le loro insidie; perche la sola prudenza fa spregiare le dannose arti delle meretrici, chiudendo l’orecchie a i canti loro.

Dopo che Cerere rimasse contenta di goder la figliuola, per sententia di Giove, sei mesi dell’anno, per pigliare qualche riposo dopo havere scorso tutto il mondo cercandola; si fa narrare ad Arethusa la sua trasformatione in fonte, essendo seguitata da Alpheo fiume che era inamorato di lei, che ci dà altro questa trasformatione, se non che la Castità fuggendo la lascivia, e conosciuta chiara, e limpida, come l’acque chiare di un fonte dove nella descrittione dell’Amore, d’Alpheo, e della fuga di Arethusa, si vede quanto felicemente habbi descritta, l’Anguillara l’arte d’ el nuotare; nella stanza Le braccia, e i piedi a tempo incurva, e scuote, e nella seguente come ancora ha propriamente la comparatione del Cane nella stanza Come l’ ingordo Veltro ardito, e presto.

La favola di Trittolemo secondo Philocoro è mera historia; essendo stato Trittolemo antichissimo Re di Athene e diede occasione di fingere questa favola, perche nel tempo di una grandissima carestia gli fu dal popolo amazzato suo Padre che vedendo morire tutte le genti di fame; dava egli solo abondantissimamente da mangiare al figliuolo, Onde egli fuggendo sopra una nave, che haveva per insegna un serpe, & essendo capitato in paesi lontani, e molto abondanti, ritornò lieto nella patria carico di formento, e sollevò il popolo da quella estrema Carestia; e ne caccio Linceo che haveva occupato quel paese, ripigliando esso l’ Imperio di quello stato al quale mostrò ancora l’uso di coltivare la terra e di far i sacrificij a Cerere, la quale relegò Linceo ne i Boschi, come indegno di vivere, e dominare fra le genti, havendo voluto far morire quei popoli dalla Fame, e dapoi far morire ancora, l’apportatore della salute di quel Regno.