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poi rinovati di fonghi a fin che la religione non venisse meno. Ma non essendo questa loro fittione sostentata da alcuna autorità, credero che non sia da farvi sopra molto fondamento. Gli amori poi di Croco, e di Smilace, che furono ambidoi conversi in fiori, non havendo potuto goderse insieme, meno si legono in alcuno certo autore. Si legge bene di Salmace fonte di Caria; è questa qualità gli fu data a preghi di Hermafrodito figliuolo di Mercurio, e di Venere, giovane bellissimo, il quale essendo entrato nel fonte di Salmace ninfa; fu di modo stretto da essa, che di dui corpi se ne fece un solo che havea l’uno, e l’altro sesso, onde vedendose Hermafrodito huomo, e donna chiese in gratia a i suoi genitori che divenissero simili a lui tutti quelli che si bagnavano in quel fonte, e l’ottenne, e da indi in poi vedendose gli effetti di quell’aque era chiamato da ogni uno quel luogo infame.

La secreta intelligentia di questa favola, secondo alcuni è che nelle matrici delle donne sono sette le stanze che ricoglino il seme dell’huomo, tre dalla parte destra, che producono i maschi, e tre dalla sinistra che producono le femine & una nel mezzo, laquale riccogliendo il seme ha forza di produre l’uno e l’altro sesso insieme, e per questa cagione vogliono dire che Hermafrodito nascesse di Mercurio, havendo Venere raccolto il seme in quella stanza di mezzo, e pero sono chiamati e sono Hermafroditi tutti quelli che sono concetti nella medesima stanza. Altri hanno voluto dire che viene detto questo di Mercurio perche fra gli altri pianeti, è maschio con i maschi, e femina con le femine, onde quelli che l’hanno al nascer in ascendente, che non habbi l’oppositione d’altro pianeta, sono molto vaghi del piacere dell’uno, e dell’altro sesso.

Le sorelle Thebane che dispregiano i sacrifici di Baccho cangiate in vespertigli, crederò che siano quegli infelici che non gustano il soavissimo liquore del vino, ne fanno giamai lucidi, e vivaci i suoi spiriti col suo sapore, però i loro spiriti a simiglianza di Vespertigli non soportano il lume, anzi vanno sempre vagando per le tenebre delle cose vili, e basse.

Vaga descrittione è quella dell’Anguillara, delle passioni, e travagli humani, che sono nell’entrata dell’inferno nella stanza: V’è la crudel vendetta, e ’l mesto pianto; e nelle seguenti, come è ancora vaga la comparatione della stanza Qual da piu regioni l’acque de i fiumi, insieme con quell’altra poco piu giu della stanza; Qual s’una Ninfa al vento il tergo volta.

L’allegoria della favola di Athamante, è che Frisso & Helle figliuoli di Neifile, per opra di Ariete che nodriva Friso fuggirono di consentimento del padre col thesoro, e le cose di piu valore l’odio de Ino loro matrigna; laquale sdegnata fece una congiura di tutti i baroni del regno contra Athamante come distruttore del thesoro reale, salì Athamante come prima se n’avide in tanta furia, che amazzò tutti i figliuoli partoriti da Ino: laquale fuggendo con Melicerta; si gettò nel mare, onde diedero nome a i dui scogli sopra i quali furono posati i loro corpi, chiamati l’uno Leucotoe, e l’altro Palemone overo perche furono trasformati per opera di Venere in questi dui Dei Marini Ino in Matuta, e Melicerte in Portuno. Altri per il thesoro che portorono Frissa, & Helle fuggendo l’ira d’Ino con buona licentia del padre hanno voluto dire che fosse un montone co ’l vel d’oro, come cosa piu verissimile, e che Helle cadendo nell’aque, diede nome a quella parte di mare che si chiama hoggi di Helesponto e che giungendo Frisso salvo a Oeta Re de Colchi essendo stato amichevolmente raccolto da esso, consacrò a Marte il suo montone d’oro, che viene a dire che i Re saggi dedicano i loro thesori, alle guerre, per esser Marte Dio della guerra.

Le compagne de Ino che la seguirono mentre fuggiva l’ira di Athamante trasformate in sassi per havere sparlato cosi liberamente di Giunone, ci fa conoscere che dobbiamo star cheti, e non sparlare de i Re, e de i principi grandi che possono a voglia loro farci divenire muti, e freddi come sassi.

La trasformatione di Cadmo, e della mogliera sua, ambidoi vecchi in serpenti, da che essendo scacciati del regno d’Amphione, e da Tetho, fuggirono nella Schiavonia, significa che quanto piu invecchiamo tanto piu divenimo prudenti; perche questi animali co ’l testimonio del sacro evangelio sono figurati per la prudentia dicendoci il nostro Servatore; siate prudenti come i serpenti, e semplici come colombe, vagamente descrive l’Anguillara il lamento di Cadmo, nella stanza, Ohime poi disse, ohime superno Iddio, come è ancora descritta vagamente la tras-