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114 parte prima

feticci, parola con cui i neri Africani indicavano gli oggetti bruti della loro adorazione. Ed io penso che senza negare che ciò possa essere, o essere stato per quei popoli, debba però affermarsi ancora che, almeno presso gli Indiani di qua, il feticismo non è il primo stadio religioso, ma lo spiritismo, del modo che più sotto vedremo.

Mi pare che alcuni filosofi, tra cui Humboldt nel suo Cosmos, abbiano notato il medesimo fatto, e gli abbiano dato una parola che non ricordo.

I Messicani però e i Peruani, nazioni fortemente ordinate e assai avanzate nella civiltà, si trovavano in un secondo stadio, quello della religione degli astri e degli idoli, sotto cui si sono sviluppate tra noi potenti civiltà asiatiche e la greca e la romana delle quali siamo eredi immediati.

Nel punto di passaggio tra questo secondo stadio e un terzo, il più elevato, dell’affermazione di un Principio impersonale, eterno, tutto potente, tutto creatore, siamo noi, che a cotesta affermazione uniamo il demonio, le incarnazioni, le adorazioni, i sacerdozii, i templi, i santi, gli amuleti, il triplice regno della vita extramondana. Anzi, diamo anche qualche ritocchino, proprio a dimostrare che siamo tutti fratelli, al primo stadio, con le apparizioni, le estasi, gli esorcismi, gli angioli tutelari e quelli tentatori, gli uni a destra, gli altri a sinistra di ogni individuo della povera umanità.

Resta difficile informarsi dagli Indiani delle loro credenze: essi, mentre nutrono un profondo disprezzo verso le astruserie dei Cristiani, temono nondimeno il ridicolo e la minaccia e la catechizzazione dei loro presuntuosi e intolleranti nemici.

a Faustino, cristiano ricoverato tra loro, quando gli chiedevo il perchè di alcune pratiche religiose, mi rispondeva: «Ignoro, señor; yo no pregunto nada, porqué los Indios desconfian mucho»1.

  1. «Non lo so, signore: io non domando niente perchè gli Indiani son molto diffidenti.»