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atto quinto. - sc.i. 367

                       prospero.
Il mio caro Arïele! Oggi io ti perdo,
Ma tu guadagnerai la sospirata
Libertà. Sì, sì, sì! Vanne al reale
Naviglio in questa non visibil forma;
Troverai quella gente in grave sonno
Sepolta. Il Capitano ed il Nostromo
Sveglia, e guidali a me quanto più ratto
Sai tu.

                        ariele.
                L’aria io divoro, e pria che il polso
Ti ribatta son qui.
                        (Parte.)

                       gonzalo.
                            Scompiglio, angoscia,
Raccapriccio, stupore in ogni loco!
Oh lungi da quest’isola infelice
Trafugar ne volesse un qualche arcano
Poter!

                       prospero.
                       (ad Alonso).
               Mirami, o re! Nel tuo cospetto
Sta Prospero, il tradito, l’oltraggiato
Principe di Milano. A farti certo
Che ti parla un vivente, ecco io t’abbraccio.
Sii tu, siate voi tutti i qui ben giunti.

                       alonso.
Se tu sei vera forma, o vano spettro
Dal prestigio creato ad abbagliarmi,
Non so. Ma batte la tua vena, hai carne,