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atto quarto. - sc.i. 351

               (Entrano le Ninfe.)
E voi pur, falciatori abbronzati
   Sotto i raggi del fervido agosto,
   Da maggesi, da campi, da prati,
   Vispi, allegri venite qui tosto.
Con cappelli di paglie tessuti
   Oggi il capo, garzoni, coprite;
   Ed al suono de’ pifferi arguti
   Delle ninfe alla ridda v’unite.»

Arrivano parecchi mietitori decentemente vestiti, e
   si mescolano in graziosa danza colle Ninfe.
   Prospero d’un tratto si mostra commosso. Parla
   agli Spiriti, e questi con uno strano, sordo e
   confuso rumore spariscono.

                        prospero.
Mi fuggì dal pensier la iniqua trama
Del brutal Calibano e de’ malvagi
Suoi congiurati contro me. Già l’ora
Destinata a incarnar quel sanguinoso
Lor disegno è vicina. ― Io sono, o Spirti,
Pago di voi. Vi basti. Ora sparite.

                      ferdinando.
Guardate al padre vostro! Oh non vi pare
Da fiera, interna emozïon turbato?
Strana è la cosa!

                       miranda.
                         Ah, mai da tanto sdegno
Infiammato nol vidi!