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atto terzo. - sc.iii. 339

Di tutti i Santi, che stupor vi prende?
Perchè quegli occhi stralunati?

                       alonso.
                                              O caso
Mostruoso, terribile! Parea
Che lingua avesse il flutto, e mi parlasse
Di Prospero! Parea che la minaccia
Mi soffiassero i venti, e il tuon, sonoro
Organo, con distinta e cupa nota
Mormorasse quel nome e il mio delitto.
L’origlier di mio figlio è dunque il basso
Limo del mar? Laggiù, laggiù cercarlo,
Ove scandaglio non arriva, io bramo.
Sì, corcarmegli a fianco, ed in eterno
Rimanermi con lui.

                      sebastiano.
                             La ciurma intera
Vincerò dell’inferno, ove m’assalga
Un demonio alla volta.

                       antonio.
                               E me compagno,
Principe, avrai.
          (Sebastiano ed Antonio partono.)

                       gonzalo.
                          Son preda ad un profondo
Disperar tutti e tre. La colpa loro,
Pari a lento veleno, ora incomincia
A roderne lo spirto. ― O voi che piedi
Agili avete più di me, la traccia
Seguitene, vi prego, e le funeste