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atto primo. - sc.iv. 273

Libero è il vostro core, io v’offro il trono
Di Napoli....

                       prospero.
                              Signor, non tanta fretta!
Un motto, un motto ancor.
                     (Fra sè e sè.)
                                       Già sono avvinti
Del nodo istesso; ma tardarne io penso
Con inciampi la foga, acciò che troppo
Non ne sia dalla facile vittoria
Scemato il pregio.
                         (Forte.)
                              Ascolta! Io di seguirmi
T’impongo. Non è tua questa eminente
Dignità che ti dài, ma qui venisti
Qual vile esplorator col chiuso intento
Di farti di quest’isola signore,
Involandola a me.

                      ferdinando.
                              No! non è vero!
Non è, vel giuro, come un uom son io.

                       miranda.
Non può nulla di tristo, oh no, mio padre,
In quel tempio abitar. Se fosse asilo
D’anima così prava, anche le buone
Vorrebbero albergarvi.

                       prospero.
                     (a Ferdinando.)
                                     Or su! mi segui!
                      (A Miranda.)
E tu di questo traditor non farti