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264 la tempesta.

Vieni meco a trovar; lo schiavo nostro
Che mai detto cortese a noi non volge.

                       miranda.
Un mal ceffo è colui. La sua presenza,
Padre mio, mi ributta.

                       prospero.
                                       E pur n’è d’uopo
Tenercelo qual è. Ci guarda il foco.
Ci raccoglie la legna, e buoni uffici
Ne presta. ― Schiavo, Caliban, rispondi!
Fango schifoso, dove sei?

                       calibano.
                     (fra le scene).
                                           T’ho messa
Legna al foco a bastanza.

                       prospero.
                                       Esci, ti dico!
Qui v’han per le tue braccia altre faccende.
Spicciati, tartaruga! Oh che! non vieni?
          (Apparisce Ariele in figura di ninfa marina.)
Bellissima apparenza, o grazïoso
Mio spiritello! Accostati! parlarti
Debbo all’orecchio.

                        ariele.
                                   Obbedirò, Signore
                        (Parte.)

                       prospero.
Sbuca, sbuca una volta, avvelenato
Serpe! Tu dal dimon nel ventre infame
Della strega tua madre ingenerato!