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è la condizione elevata che essi gli procuravano. Con una rendita ridotta e frazionata, i nostri giovani, a nulla intenti se non all’esatta riproduzione dei costumi oltramontani, spendono assai più che non spendevano i loro padri. Nel secolo passato l’anglomania spuntava appena, e gli uomini di qualche valore morale, intellettuale o anche soltanto sociale, avrebbero arrossito di scendere dalla loro elevata condizione per cambiarla con quella d’imitatori delle straniere singolarità. — Quando gli animali o gli oggetti qualsifossero, che servivano ai loro comodi o ai loro divertimenti, riempivano di fatto la missione loro imposta, i nostri antenati non si tormentavano lo spirito a ricercare se i lord inglesi non avrebbero richiesto di più: possedevano dei magnifici palazzi, delle ville pressochè reali; ma non trasformavano queste loro sontuose dimore in una perenne occasione d’ingenti spese. L’addobbamento dei loro palazzi era in armonia coi palazzi medesimi, e si componeva in gran parte di oggetti d’arte, pitture, sculture, bronzi, porcellane e sete; ma nessuno pensava a rinnovarli prima che il tempo li avesse contaminati e distrutti, perchè in altri paesi le case dei ricchi si ammobigliano in diverso modo.

Non mi tratterrei così lungamente sopra queste apparenti inezie, se non si traessero dietro gravi e tristissime conseguenze. Non credo, ripeterò, siavi nell’Italia del nord un solo dei rappresentanti delle nostre famiglie illustri, che non abbia più o meno sciupato l'ereditato patrimonio, e che non sia avviato verso una maggiore rovina; e ciò senza aver imparato cosa alcuna, senza avere acquistato nè oggetti preziosi, nè introdotto o tentato d’introdurre nel proprio paese altre novità, fuorchè le stranezze di oziosi stranieri, che non formano nei paesi loro che una derisa minoranza. Poichè nè in Inghilterra, nè in Francia, nè tampoco in Russia prevale quella assurda opinione, che lo studio o la scelta di una professione o di una pubblica carriera sieno cose riservate ai poveri, che hanno bisogno di lavorare per guadagnarsi il vitto. Fatale errore! Il lavoro non è soltanto il mezzo più onesto di guadagnar denaro, è il dovere di ogni cittadino, o, diciam meglio, di ogni essere dotato di ragione, che possiede un’anima intelligente, di cui dovrà un giorno render conto al creatore. Lo studio e il lavoro sono il mezzo che una benefica provvidenza ne largisce per sviluppare e perfezionare l’intelletto nostro;