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versale, ed il principio del non intervento non permetteva all’Europa di opporvisi. — Questi principii, che furono la nostra egida, Napoleone li proclamò in favor nostro; e ciò solo dovrebbe bastare ad assicurargli la nostra indelebile riconoscenza.
Ma la cessione della Savoja e del contado di Nizza fu per gli italiani un seme di discordia e di malcontento. — Col tempo impareremo a benedire quel sacrifizio come il vero fondamento della nostra indipendenza.
Gli italiani vogliono innanzi tutto, ed è ben naturale che così sia, vogliono, dico, ottenere l’intento loro; ma le loro forze non essendo sempre adequate alla grandezza dei loro concetti, essi o implorano o accettano l’aiuto di chi si dice loro amico; e questo aiuto gli italiani sognano sempre che abbia ad essere gratuito. — Se loro si chiede schiettamente un compenso, essi si sdegnano, e si tengono per sciolti da qualsiasi obbligo di gratitudine. — Essi non vedono essere il puntuale pagamento del compenso richiesto e convenuto la sola via per raggiungere e per conservare la loro indipendenza. — Dio ne liberi dal peso di un debito non definito e non pagato! Quel peso è come un fantasma minaccioso, che si frappone in perpetuo fra il beneficato e ogni atto di indipendenza ch’egli sta per compiere.
Benedetto invece quel benefattore che fissa il prezzo dell’opera sua, e che ricevutolo, si tiene per soddisfatto, e dichiara il beneficato sciolto da ogni debito verso di lui! Ciò pattuiva il conte di Cavour coll’imperatore Napoleone, perchè l’imperatore doveva alla Francia di non sottoporla a sacrifizi senza compenso, e perchè il conte di Cavour voleva che l’indipendenza italiana non fosse più illusoria, ma vera e durevole, non quale era stata tante volte, il passaggio da una ad un’altra dominazione. — Abbiamo saldato il nostro debito verso la Francia; e sebbene dobbiamo ad essa i più sinceri sentimenti di gratitudine, non dobbiamo nè ad essa, nè ad altra potenza non italiana, il sacrifizio della benchè menoma frazione della nostra indipendenza.
La nostra nazionalità conta oggi sette anni di vita; e questi sette anni di goduta libertà, di pubblica tranquillità e di moderazione ne hanno fruttato il riconoscimento di tutte le potenze europee. — Ne hanno fruttato un bellissimo esercito, una marina considerevole, un sistema di ferrovie che rilega fra loro tutte le parti d’Italia, e facilita