Pagina:Osservazioni sullo stato attuale dell'Italia.djvu/68

64

di questi sul nostro globo. — Chi voleva una federazione, e fra i federalisti, chi voleva una federazione sul modello della germanica, chi la voleva a modo della elvetica. — Nel settentrione d’Italia una imponente maggioranza voleva mantenere la Casa di Savoja e Carlo Alberto sul trono, che si ambiva soltanto di far più grande. — Altri ricordavano il 21, o ciò che ne avevano udito raccontare; e dando le loro interpretazioni di quei fatti misteriosi, come verità storiche documentate ed accettate dal mondo intero, sognavano tradimenti e gridavano: non vi fidate dei traditori. — V’era chi ripeteva le viete massime del Mazzini, e credeva di vincere il mondo e la sorte con poche parolone alto-sonanti, e vuote di significato; v’era chi sognava l’Italia del medio evo, le repubbliche di Venezia e di Genova, il vestire alla foggia del 500, e le parlate degli eroi di Alfieri. — V’era chi sognava la repubblica francese del 93, e protestava che nulla di grande si fonderebbe in Italia, se non si aprivano certe arterie, dalle quali doveva sgorgare molto sangue corrotto. V’era chi sognava il primato di Gioberti, ed un papato universale politico sotto Pio IX. — Insomma varii ed innumerevoli erano in quel tempo i pensieri e i voleri degli Italiani; ma fra tanti e sì svariati pensieri e sistemi nulla vi era di eseguibile, e sembrava che gli Italiani si fossero spogliati di ogni senso pratico.

Se loro si additavano gli ostacoli, che dovevano necessariamente opporsi alla realizzazione delle loro utopie, vi rispondevano che la parola ostacolo era per essi vuota di senso, che non vi era cosa impossibile per chi voleva fortemente, ecc. — Se loro si chiedeva che cosa avrebbero fatto quando l’Europa tutta si fosse dichiarata risoluta a finirla con una nazione che si suppone sempre intenta ad introdurre novità pericolose per la civile società, essi stringevansi nelle spalle, e dicevano in tuono di compatimento, che la nazione italiana si componeva di circa 26 milioni di esseri, che si alzerebbero come un sol uomo quando fosse mestieri dare all’Europa una salutare lezioncina, e che ad un popolo così unanime, così valoroso e risoluto in favore di una idea, non v’era esercito, nè assocciazione di eserciti che potesse resistere. — Si pronunziavano sentenze in tuono cattedratico ed entusiastico, e si credeva aver profferito verità sacrosante, argomenti irresistibili. — Ai pericoli che ne circondavano, alla rovina che stava per piombare su di noi, nessuno