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loro diventasse ciò che era divenuta l’Italia, preda dello straniero ed appannaggio di principi stranieri. — Il popolo francese era a quell’epoca in tale eccitamento di spirito e di passione, da tentare ed eseguire prodigi. — Legioni di cittadini mal vestiti ed in parte scalzi, quasi senza paga, perchè le finanze della rivoluzione francese erano per così dire rovinate, marciavano piene di entusiasmo e di ardore verso il confine, ne cacciavano i nemici, sbaragliavano e distruggevano interi eserciti di Austriaci, di Prussiani, di Inglesi, di Spagnuoli, ecc. e li inseguivano furibondi nei loro Stati. I soldati della repubblica francese erano consci di due missioni: vincere le armate della coalizione, assicurando con ciò la indipendenza, che è quanto dire la esistenza della patria loro; e chiamare alla riscossa colla sola loro presenza, colle loro parole e coll’esempio loro i popoli tuttora servi ed acciecati, che riempivano e componevano le schiere nemiche. — Tale duplice missione i Francesi la compirono, se non intieramente, in gran parte almeno. — I combattimenti si succedettero per molti anni, e le armi francesi trionfarono da per tutto e costantemente. — E sembrò propriamente che la Provvidenza considerasse allora la Francia come suo strumento pe’ suoi fini futuri, poichè in quel momento appunto vi suscitò un giovane dell’isola di Corsica, che fu posto al comando di un esercito e che diventò in breve un colosso di gloria e di potenza. — Napoleone Bonaparte tornava dall’Egitto, dove avea conquistato i primi allori, e ne tornava al rimbombo delle prime vittorie delle truppe rivoluzionarie sull’Europa coalizzata; si tratteneva pochi giorni a Parigi, e quei pochi giorni gli bastavano per distruggere gli ultimi avanzi di un governo odiato e sprezzato dagli onesti cittadini, e a stabilire in sua vece un’autorità regolare che servisse ai bisogni della guerra e lasciasse respirare il paese; indi si partiva acclamato freneticamente dai popoli, ed andava ad incominciare contro l’Europa la sua meravigliosa epopea.

Durante il primo Impero francese, l’Italia fu conquistata e tolta alle potenze che ne avevano fatto una provincia loro; ma nessuno pensò, nè l’imperatore dei Francesi, nè l’Italia stessa, ch’essa potesse o volesse far altro che cangiar padrone un’altra volta, come già tante volte aveva fatto. — La parte più illuminata della nostra penisola oscillava da qualche tempo fra il dominio francese e l’austriaco, mentre il mezzodì seguiva tuttora le sorti della Spagna, cioè formava