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ne stessero come essi stanno colle mani alla cintola, il governo parlamentare o rappresentativo sarebbe pel nostro paese una utopia. Non è neppure che ad essi poco o nulla importi che esista o non esista il governo parlamentare: ma perchè vanno dicendo a sè medesimi, che gli aspiranti all’esercizio del potere non sono mai in numero troppo ristretto; che la loro propria cooperazione non sarebbe di vantaggio alcuno al paese, e che a loro è concesso di starsene oziosi, sicuri essendo che l’autorità non difetterà mai di esercenti.— Se v’ha un solo fra i nostri censori inoperosi, che rimproverato da qualche amico per la sua inerzia, non abbia tentato di giustificarsi adducendo per argomento la propria incapacità, e la certezza che non mancano cittadini disposti ad accettare la responsabilità del governo ed atti a sostenerla degnamente, si faccia innanzi, e mi dimostri la falsità del mio supposto.

Quando fosse vinta l’inerzia che opprime e domina una gran parte degli italiani più colti ed illuminati, sarebbero sanate molte delle piaghe che ne lasciarono i nostri antichi padroni. — Il cittadino, assorto negli affari dello stato o in quelli dell’amministrazione, non avrebbe nè il tempo, nè la volontà di volgere in ridicolo e di biasimare tutto ciò ch’egli vede; e quando avesse contratta l’abitudine di occuparsi di cose serie, non crederebbe più che gli manchi il tempo di applicarsi alla educazione delle classi povere ed incolte. Insomma le nostre classi illuminate ed istrutte sono atte a reggere lo stato, ed a guidare la pubblica opinione, che abbandonata a sè medesima, troppo spesso è soggetta ad errare; sono atte in una parola ad educare il popolo ed a perfezionare sè medesime, purchè così vogliano. — Così risolva la volontà loro, e le sorti del nostro paese seguiranno un corso regolare e placido, nè inciamperanno ad ogni passo negli ostacoli che loro suscitano pochi spensierati o maligni oppositori.

Sia vinta l’inerzia che ne tiene prostrati, e tosto vedremo chiarirsi il nostro orizzonte. Gli elettori si recheranno ai rispettivi loro collegi, e manderanno al parlamento, non già dei nomi in qualsiasi guisa famosi, ma degli uomini assennati, versati nel maneggio degli affari, onesti e prudenti. — Allora il parlamento si dividerà in una maggioranza compatta, e in una minoranza che servirà a mantenere la maggioranza sulla retta via. — Allora i ministeri sapranno