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dimento che codeste dottrine incontrarono nel maggior numero degli italiani. — In tal modo quei pochi repubblicani, che si mantengono ostili al nostro governo e all’Italia, perchè sono divoti alla forma di reggimento repubblicana più che all’Italia stessa, si vedono sovente seguiti, ascoltati, invocati, e portati alle stelle, da una turba di malcontenti, che loro si stringono intorno, perchè da essi sperano udire parole di conforto, in armonia coi loro sentimenti; e per parlare schiettamente e senza velo, perchè sono certi di udirsi dire che hanno ragione di maledire l’attuale ordinamento di cose, e gli uomini posti al governo del paese. Così si compongono le moltitudini che assistono ai così detti meetings, tenuti da qualche famigerato repubblicano che trovasi di passaggio nelle nostre città. Così si fanno le elezioni, quando gli amici delle agitazioni politiche affiggono sulle mura delle città o dei borghi cartelloni, su cui sta scritto il nome di un agitatore con simili raccomandazioni: Elettori! se volete por fine agli abusi, alle illegalità, alle malversazioni, ecc. ecc. di cui a ragione vi lagnate, scegliete per vostro rappresentante il cittadino N. N. Così acquistano abbonati e lettori i fogli periodici, qualunque ne sia il valore ed il merito, che si diedero la missione di biasimare e di condannare ogni atto governativo.

Ma se alcuno da questi fatti credesse di concludere che la moltitudine accorsa ad udire le parole di un ben noto repubblicano, o gli elettori che lo scelsero a loro rappresentante, o tutti quelli che leggono avidamente le sue quotidiane diatribe contro il governo, ne approvano, e ne dividono le opinioni e le dottrine; egli commetterebbe un madornale errore, e mostrerebbe di non conoscere ha natura di quelle genti. — Credo che da per tutto i malcontenti tendano ad associarsi ad altri malcontenti, senza indagare se la cagione del comune malcontento sia la stessa per gli uni come per gli altri; ma nel nostro paese questa tendenza deve essere più diffusa ancora che altrove, perchè le passioni vi sono più ardenti, impetuose e spensierate, che nei paesi più freddi e meglio assestati. — Se ai partigiani delle dottrine repubblicane non si unissero i partigiani di ciò che non esiste, ossia gli oppositori di tutto ciò che esiste, si vedrebbe a che si riduce da noi la fazione repubblicana. — E lo vedrebbero ben tosto i pochi repubblicani che tuttora si mantengono tali, e sono per così dire, monumenti dell’epoca dei lunghi esilii po-