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che avevano fatto monopolio dei primi, lo avrebbero fatto anche dei secondi, e la condizione del popolo non sarebbe punto migliorata.

Poscia fu promulgato il prestito forzoso. La somma chiesta dal governo fu assai minore di quella generalmente aspettata. Le condizioni fatte ai fornitori del denaro erano così favorevoli, che un capitalista avrebbe trovato difficilmente un migliore impiego de’ suoi capitali. I capitalisti non hanno durato fatica ad intendere il loro interesse; ma non soddisfatti del lecito profitto ad essi riservato dalla legge, alcuni di essi, sotto il manto di una lodevole sollecitudine pel pubblico bene, hanno come preso ad appalto il debito di certe località, anticipando i capitali a chi ne difettava (e questi disgraziatamente sono molti), vendendo il loro denaro a caro prezzo, ed usurpando con ciò il profitto che la legge aveva destinato a tutti. Quando i ricchi, e generalmente parlando le persone poste in condizione eminente, danno l’esempio della cupidità e della rilasciatezza nei principii di moralità, tale esempio è seguito con ardore da ogni classe di persone. Ella è cosa dolorosa e vergognosa ad un tempo il vedere i pubblici impiegati, sia delle ferrovie, sia d’altre pubbliche aziende, rifiutare la carta che vien loro presentata, e rispondere ai meritati rimproveri che loro si fanno con un ghigno malizioso ed insolente, che tali sono gli ordini del governo, che al governo debbono rivolgersi per ottenere giustizia, risarcimento, ecc. ecc. E le vittime della disonestà cittadina maledicono il governo, che altra parte non ebbe nei loro danni, se non col forse soverchio rispetto dell’individuale libertà, e coll’astenersi d’intervenire nelle private convenzioni quando non ne era richiesto da alcuna delle parti. Il nostro governo, il ripeto, rispetta la cittadina libertà, come va rispettata da un governo costituzionale, in un paese libero, le cui popolazioni apprezzano il benefizio della libertà, e se ne mantengono degne, seguendo i dettami di una rigorosa moralità. Disgraziatamente il paese nostro non corrisponde al rispetto che a lui mostra il governo. Questo tratta il paese come degno e capace di una libertà pressochè illimitata; ma il paese non è per anco nè degno nè capace di esercitare senza tutela i privilegi di tanta libertà. In certe classi cittadine l’amore del lucro domina ogni altro sentimento, e la libertà è impiegata ad ottenerne gli intenti con qualsiasi mezzo. In altre l’amore dell’ozio si è impadronito dei cittadini, riducendoli alla indecorosa condizione di spettatori dei pub-