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re nel calcolo, ed è, che le famiglie trattate nel modo sopra detto si affezionano cordialmente ai loro Signori, e che, ove non lavorassero per dovere e per interesse, lavorerebbero per amore. Il contadino (parlo in generale) non è, no, non è cattivo come credesi da molti; la corruzione viene dall’ozio e dalla mollezza, e il contadino obbligato al travaglio non può essere nè molle nè ozioso. Egli odia i superbi oppressori, e i vili seduttori, e talvolta si vendica dell’oppressione, e dell’avvilimento che gli convenne soffrire: ma onora, ama, e serve di buona voglia i Signori dai quali è trattato come uomo, e riceve prove di amorevolezza, e beneficenza.