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trovato chi mi darà molto. Non si obbligano a nulla fuorchè a lasciar lavorare, ma legano con patti onerosi il fittaiuolo, e si riservano di mandarlo via quando manchi ad uno de’ molti obblighi che gl’impongono. Trattando con esso e co’ suoi, dánnosi tale aria, che non inspira nè confidenza, nè amore. Il povero diavolo soffre, e lavora come sa e può; ma non gli è possibile di pagar il padrone, e di mantenere la famiglia. Quale n’è il risultato? Il colono cade nell’abbattimento, e nella disperazione; cerca per necessità altri mezzi onde ajutarsi, e trascura la campagna; se non è onesto, ruba tutto quello che può al padrone; e se ha timore ed amore di Dio, contrae debiti che il mandano in rovina, o che, nulla possedendo, non potrà mai pagare. Di queste istorie ne potremmo raccontare non poche.

A me piace, come più umana e più vantaggiosa tanto ai padroni che agli affittuali, la pratica di alcuni buoni e saggi Signori. Affittano un fondo, od un podere (maso) ad uno che credon abile e galantuomo, da prima per breve tempo, come per prova, e se il fondo esige cure speziali, a mite prezzo. Conosciuto l’uomo e la sua famiglia per gente dabbene e laboriosa, e visto come i fondi sono bene coltivati, fanno contratto ch’esprima gli obblighi e i diritti tanto del padrone come del fittaiuolo, ed accordano che il contratto debba avere