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per essi incomodo grave e danno sensibile; essendo il popolo in tutto il nostro paese stufo di pagare le Decime in natura, e disposto a convenire della maniera di sollevarsi dal peso e dalle brighe, si potrebbe assai facilmente con utile delle parti mettere fine a un contributo per se odioso, e all’incremento dell’agricoltura per molti capi assai pregiudiziale.

Già in più luoghi pagasi per contratto la Decima con denaro, e ne risenton utile tanto i percipienti quanto i contribuenti. Perchè non si vuole, o non si cerca da ambe le parti d’immitare i lodevoli esempi dappertutto! Meglio però sarebbe che ogni Terra, o Comune, fatto il calcolo sopra un decennio passato, con sopra le probabilità del futuro, offrisse ai Decimanti un capitale in denaro, il quale non potesse mai essere nè accresciuto nè diminuito, e li cui frutti fossero dal Comune, o dalla Terra, valdire da tutti i possidenti, assicurati in perpetuo su i fondi, ed annualmente pagati in due uguali rate.

A ciò bisognerebbe il consenso de’ Vescovi e del Sovrano; ma credesi che facil sarebbe l’ottenerlo, perchè non è possibile ch’essi non veggano che tali convenzioni metterebbero fine ad infiniti disordini morali e civili, e pradurrebbono grandi vantaggi. I Giudici, e i Confessori benedirebbero il