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restano puri steli duri, che le bestie non possono mangiare, e che mangiati non danno nutrimento.

Molti comprendono benissimo che nel segare tardi si fa perdita così nella qualità come nella quantità del fieno; ma credono, essere questo un danno, cui bisogna sottostare per schivarne uno maggiore. Nel tempo in cui si dovrebbe fare la segagione si hanno nelle case, particolarmente nella valle d’Adige, e in quelle del Sarca, del Brenta, e del Nosio, i Bachi da Seta, ed è opinione quasi generale che ai Bachi nuoce assai l’esalazione o l’odore che viene dal fieno quando si trova tagliato ne’ prati alle case vicini, e quando subisce nel fenile fermentazione. Per ciò finchè non sono raccolti i Bozzoli (le Galette) è in molti luoghi vietato il segare, non da alcuna legge, ma da un’autorità tremenda, che è la persuasione nel popolo; e così prati buoni, che si potrebbono segare tre volte, non danno che un secondo fieno, perchè il primo si ha in poca quantità, e senza sugo, e il terzo non è che debol erba. Chi pensò finora al modo onde impedire sì grave danno? Chi cercò di persuadere i Contadini che il loro timore non ha fondamento? Essi vengono sempre in campo col dire: È cosa provata. Ma non sarebbe forse cosa provata allo stesso modo come provati si dicono gl’influssi della Luna? Non saria possibile dimo-