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DI FRANCESCO REDI. 81

ta, perche andando dietro alle voci del volgo, non ne fecero forse esperienza, e tanto più, che lo stuzzicare le bocche delle Vipere non è il più bel trastullo del mondo, e chi ne restasse morso, farebbe il bel suo danno, e si potrebbe a lui dire coll’Ecclesiastico. Quis miserebitur incantatori à serpente percusso, ed omnibus, qui appropiant bestÿs? Stupiscomi bene di Galeno, il quale nel decimo libro delle potenze de i medicamenti semplici, dopo aver detto, che lo sputo dell’uomo digiuno ammazza gli Scorpioni, soggiugne d’averlo veduto con gli occhi suoi proprij, e d’averne fatta più, e più volte esperienza pienissima. Se gli uomini, e se gli Scorpioni, che nascevano a quei tempi in Roma, ed in Pergamo erano fatti, come gli uomini, e come gli Scorpioni della Toscana, mi sia lecito chieder perdono a Galeno (uomo per altro, che nella medicina dopo Ippocrate, non ha avuto uguale) se non voglio credere, che egli ne prendesse esperienza, e se pure la tentò, forse fu una sola volta, nella quale per caso fortuito, e non per cagione della saliva si mo-