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DI FRANCESCO REDI. | 73 |
più di novanta Vipere prese di state, ed arrostite, come sogliono i cuochi arrostire l’anguille, ed il simile intervenne ad una donna di venticinqu’anni, ed io nel far cuocere arrosto per mia curiosità alcune Vipere, non ho mai sentita quella soavissima fragranza, che da uomini degni di fede, fu detto al Severino che spiravano certe Vipere arrostite, a segno tale, che correr fecero tutto il vicinato in traccia dell’insolito delicatissimo odore: Se poi il mangiar queste carni produca ne’ giovanili corpi delle femmine (come vogliono molti autori) quella conveniente proporzione delle parti, e de colori, che chiamasi bellezza, e se alla senile etade il perduto bello restituisca, io non ne sono ancora venuto in chiaro: m’immagino però, quanto alla proporzione, ed alla leggiadria delle parti, che la Vipera non sia da meno della lepre, di cui Marziale scherzando favoleggiò
Si quando, leporem mittis mihi, Gellia, dicis
Formosus septem, Marce, diebus eris:
Si non derides, si verum, lux mea, narras
Edisti nunquam, Gellia, tu leporem.