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62 OSSERVAZ. INT. ALLE VIPERE

pure, che più verisimile mi pare, volle Socrate lavarsi, perchè potendo farlo da per se medesimo in vita, non volle dar questo impaccio, e questa briga dopo morte alle donne; E perchè veggiate, ch’io non son lontano dal vero, non tralascerò qui di trascrivere le parole istesse di Socrate, tali quali appunto nella Greca favella furono scritte, e vi aggiugnerò ancora, come io le trasporterei nel toscano idioma. Καὶ σχεδον´ τι μοι ὤρα τραπέσθαι προς` τό λευτρον`. δοκεῖ γαρ` ἤδη βέλτιον εἶναι λουσάμενον πίνειν τὸ φάρμακον, καὶ μὴ πράγματα ταῖς γυναιξὶ παρέχειν νεκρον` λόυειν. Già è tempo, ch’io vada a lavarmi, imperciocche mi pare più a proposito bere il veleno lavato che sarò, e non dare alle donne la briga di lavare il cadavero.

Io non vorrei già, che qualcuno si desse ad intendere, che fosse qui di mia intenzione torre al Capo di Vacca, ed a gli altri di sopra nominati Autori, ne anche una minima particella di quella grandissima stima, nella quale meritamente son tenuti, perchè non son tale, ne valevole a poterlo fare, ed in paragone di loro io son’uomo di queste cose


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