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8 OSSERVAZ. INT. ALLE VIPERE

no fatte, e per mezo di quelle a quante menzogne si è cavata la maschera. Per farvi gola, e per incitarvi ad un sollecito ritorno, voglio qui brevemente, in parole semplici, e senz’artifizio raccontarvi secondo che alla memoria mi verranno alcune osservazioni, che queste settimane addietro intorno alle Vipere si sono fatte. E poiche delle Vipere si ragiona, io per iscusa del mio temerario ardimento nell’imprendere materia, nella quale tanti, e così grand’uomini de presenti, e de’ passati secoli si sono abbagliati, mi varrò molto acconciamente delle parole del giovinetto Alcibiade nel Convito: Io sono (dic’egli) nel medesimo grado di coloro, i quali sono stati morsi dalla Vipera. Dicesi, che questi tali non vogliano sfogare la loro passione, se non con quelli, i quali dall’istesso animale sono stati parimente morsicati; conciossiecosa che son si acerbi i dolori, e si acuti gli spasimi, che la ferita di quel maligno dente ne imprime, che ad ogni altro fuori di quelli, che per prova imparato lo anno incredibili sarieno, e i gravi affanni, e le misere strida per troppo teneri lezi, e puerili sarebbono reputati. Ond’


io,