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60 OSSERVAZ. INT. ALLE VIPERE

che un gran valent’uomo raccontato vi avea, essere stato molto male un certo giovane, che fece notomia d’un Cane da quelle frecce ammazzato. Puo essere, che egli ne stesse male, ma io vi riferisco quello, che ho veduto, non movendomi allo scrivere altri, che l’amor del vero, il quale mi vieta il credere a coloro, che

A voce più, ch’al ver drizzan li volti,
     E così ferman sua opinione.

Presenti furono a questa operazione que’ due dottissimi, e tanto rinominati Inglesi, vi era il celebre Matematico Gio: Alfonso Borelli, e l’ingegnosissimo Antonio Uliva; e se vi si fossero potuti trovare quegli Autori, che anno insegnato, che coloro, i quali maneggiano i corpi morti di veleno, si mettono a un pericolo grandissimo di vita, mi rendo certo che avrebbono confessato, che vano era il loro sospetto, e se il Capo di Vacca ebbe anch’egli una tale opinione, e se disse, che anticamente i condennati a bere il veleno erano soliti di lavarsi avanti d’inghiottire la velenosa bevanda, acciocche dall’esser lavati