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DI FRANCESCO REDI. 59

stabile, che intieramente mi satisfaccia, e da poterla scrivere per vera. E se bene in alcuni animali morti dalle Vipere si trova quel congelamento di sangue ne’ ventricoli del cuore, io però non l’ho sempre trovato in tutti, e per lo contrario quel medesimo congelamento molte volte l’ho veduto, e molte no in animali fatti morire con istento; l’ho veduto dentro al cuore di uomini morti di male naturale, ed ultimamente in un Cane ammazzato da una freccia del Bantan; e mi sia lecito per passaggio il dirvi, che quel Cane una mezz’ora dopo che fu ferito, cominciò ad avere vomiti frequenti, e faticosi, ed in fine con urli, e scontorcimenti orribili si morì, e in tutte quante le sue viscere non si trovò una minima lesione, e quel luogo istesso della coscia, nel quale la freccia si era fermata, non avea mutato ne meno colore, e di più vi dirò, che al diligentissimo, e bravissimo Notomista Tilmanno dal tagliar questo Cane, e dal maneggiar lungo tempo, e minutamente tutte le interiora, non accadde fastidio, ne malattia, e pure una volta voi mi diceste,