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OSSERVAZ. INT. ALLE VIPERE |
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altro, che col cantare alcune gentili canzonette, volle anch’egli posti in non cale i più generosi rimedi a questo solo della musica attenersi. Ma di ciò un’altra volta. Contentatevi per ora, che, per potermi quanto prima avvicinare al fine, io vi dica, che la Vipera non ha nella coda ago, o spina abile a poter pugnere, e che da ogni uomo francamente può, e per cibo, e per medicamento mangiarsi; e se quando le Vipere s’ammazzano per far la Triaca, si taglia col capo ancora la coda, si taglia, non perchè sieno parti velenose, ma perchè sono ossute, e non anno carne, e per una certa superstizione, che non so di dove abbia avuta origine, in quella maniera appunto, come dice il Severino nella Vipera Pitia, che il volgo ha una certa repugnanza a mangiare i capi, e le code dell’anguille. E se vi fosse alcuno, che pur volesse, che le code viperine fossero tossicose, e fosse ostinato a voler mantenere, che in compagnia di tanti antichi, e di tanti moderni il vecchio Andromaco mentir non poteo, quando cantò nella seconda parte del suo Poemetto