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DI FRANCESCO REDI. 35

sio Chircherio. Fù sempre nel mondo gran quantità di que’ Marsi, e di que’ Psilli, non già che fossero della schiatta di quelli, che vantavano favolosa origine dal figliuolo di Circe, e dal Re Psillo, ma perchè, come osserva il celebre Tommaso Reinesio nelle varie lezzioni, in que’ tempi cotal nome s’arrogavano tutti coloro, che facevan professione di succhiare l’avvelenate ferite, e di essere cacciatori di Vipere; e Galeno fa menzione di un tale, che in Asia fu il primo, che instituisse l’arte di questa caccia; e nella corte Imperiale di Roma vi erano servi a questo sol’ ofizio destinati, raccontando il sopra mentovato Galeno d’averne medicato uno, che per essere stato morso da una Vipera era diventato itterico; erano però tutti di vile, e di abbietta condizione, quindi è che Marziale per rintuzzare l’alterigia del borioso Cecilio, gli disse.

Vrbanus tibi Cæcili videris.
     Non es, crede mihi: quid ergo? Verna es
     Hoc quod transtiberinus ambulator,
     Qui pallentia sulfurata fractis