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OSSERVAZ. INT. ALLE VIPERE |
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E se quell’Ofiogene, chiamato Esagone, uscì sano, e salvo da una botte piena di serpenti, nella quale, per fare esperimento di sua virtù, era stato rinchiuso per comandamento de Romani Consoli, ne resti della verità la fede appresso Plinio, che ce lo racconta, anch’oggi a me darebbe il cuore in qual si sia uomo, o in altro animale fare una simil prova, pur che a me stesse l’eleggere i serpenti, e tralasciati molti altri, sovvengavi di quelli, che nella piccola grotta vicin’a Bracciano s’avviticchiano intorno a gl’ignudi corpi di coloro, che la dentro si fanno portare per guarire di alcune ostinate malattie, ed ottengono sovente il loro intento, non so già se per cagione de’ serpenti avviticchiati, overo, che mi par più credibile, per quel sudore, che copiosissimo dal calor della grotta vien provocato, pure intorno a ciò io me ne rimetto al prudentissimo giudizio di quegli autori, che di questa grotta serpentifera accuratissimamente anno scritto, e particolarmente al dottissimo, e non mai a bastanza lodato Tommaso Bartolini, ed al curiosissimo Atana-