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DI FRANCESCO REDI. 31

nale, che egli si era preparata innanzi per bersela, e non per risciacquarsene la bocca, perchè in mancanza della dett’acqua, potea in un bisogno lavarsela, o con vino, o con acqua attinta dalla più vicina fontana. Ed ancorche dica Eliano, che a quel tale avanti che spirasse, gli marcirono, e le gengive, e la bocca; con tutto ciò questo non è argumento sufficiente per provare, che fosse effetto del succhiamento, perche Dioscoride, Attuario, ed il Cesalpino insegnano, che a coloro, che son dalla Vipera feriti, oltre a gli altri accidenti vien’ anche male nelle gengive, ed esala, come dice l’Aldrovando, fiato grave, e puzzolente dalla lor bocca, e per detto d’Avicenna, enfiano loro le labbra; il che non succede, com’ho per esperienza veduto infinite volte, a coloro, che lambiscono, e cacciansi giù per la gola il veleno della Vipera. Anzi un Cane, al quale feci attaccar’ il morso nella punta del naso, tanto se la forbì colla lingua, che campò da morte, ne in su la lingua, ne in su le gengive ebbe male alcuno: et anticamente vi erano uomini, che