cui sia affogata una Vipera, è sempre pessimo veleno, e mortale, e che prima di costoro ingannato si era Aezio, e prima di Aezio Dioscoride affermandolo non solo di quel vino, in cui sien morte le Vipere, ma ancora di quello, nel quale queste bestiole abbiano tuffato il capo per bere. Ma io non le veggo così ghiotte di questo preziosissimo liquore, come le fanno Aristotile, e Dioscoride, ne so, che orcioletti di vino nascosti fra le siepi sieno trappole proporzionatissime per pigliarle; Conciossiecosachè avendone io tenute alcune ciotolette piene dentro alle casse, dove esse stavano, non solo non mi son mai abbattuto a vederne loro lambire una gocciola, ma ne meno mi sono accorto, che quando io non vi era presente, ne bevessero, essendo che in processo di molto, e molto tempo non l’ho mai veduto scemare se non quel tanto, che la caldissima aria ambiente ne avea potuto succiare: E questo mi fa incontrar molte difficultà nel credere, che sia vera la Storia raccontata da Galeno nel libro undecimo delle virtù de’ medicamenti semplici, che essendo