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da alcuni Tarli, che si trasformano poi in quegli Scarafaggi, de’ quale mostrò Ella, o sig. Redi, la figura nel suo Libro della Generazione degl'Insetti alla Tav. XVII. ma ancora da certi minutissimi Bacherelli, che nascono ancora nel formaggio, come appresso dirò.

De’ vermi, che nascono nel formaggio fresco, e come vi nascano, ed in quali animalucci, o moscherini volanti si trasformino, ne ha V. S. o sig. Francesco, veridicamente parlato nel suddetto suo Libro della Generazione degl'Insetti. Ma Ella sa, che alcuni anni sono insieme col sig. Diacinto Cestoni, mentre la Corte era quivi in Livorno, ne osservammo più volte nel formaggio secco un’altra razza differente da’ mentovati; e di questa razza se ne vede la figura al num. 13. ed al num. 14. siccome al num. 15. quella dell’uovo de’ medesimi Bachi, i quali gli ho rappresentati come gli ho potuti vedere co’ Microscopj, che presentemente mi trovo, ed anco un poco ingranditi. La loro figura è un pochetto differente da quella, che l’anno prossimo passato ha data fuora in Roma il sig. Tortoni per osservazione del sig. Giuseppe Teutonico, ma il mio povero Miscroscopio non mi mostra altramente.

In vero non si può distinguere questo minutissimo Insetto per la sua somma piccolezza, se non col benefizio del Microscopio, ed i miei non me lo mostrano se non della grandezza d’una lente, o poco più. Egli è bianco, diafano, e quasi tondeggiante. Ha otto piedi, ed il suo capo è aguzzo. Curiosi da vedersi in lui