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animali, chiamando la prima cuchia, e la seconda pojata. Il focolare è nel mezzo della capanna per quanto riguarda alla larghezza; in quanto poi alla lunghezza è poco distante da uno de’ lati della capanna istessa. Sopra il focolare nel vertice della cala v’è sempre un bucco, a cui si connia spesso una specie di cilindro di legno scavato, che fa le veci di un fumaiuolo. Le mura delle capanne sono molto affumicate al di dentro, e ciò proviene, che non mai, od assai di rado le si puliscono, e la causa, che le rende tali è continua. I Morlacchi usano cenare presso il focolare per tutto il tempo del Verno, ed è vero quel, che dice il Fortis, che dormono allungandosi nel luogo medesimo, ove cenarono; non tutti però, ma chi in un cantuccio, e chi nell’altro, e molto più, quando vi son parecchi matrimonj in una stessa famiglia. È vero, che gli Sposi in molti luoghi soglion farsi un camerino a parte, ma non tutti lo fanno. I loro letti sono due Schiavine provenienti dalla Turchia, una servendo di strammazzo, e l’altra di coperta. Un poco di paglia suol essere ancora il loro strammazzo, e la coperta più pelli de’ Castrati, unite insieme, ma non ànno veruna difficoltà dormir sovente sul nudo suolo, coprendosi s’è Verno colla propria Kadbanizca1, e s’è tempo di State esposti all’aria, senza verun riparo. Non ispogliano comunemente dal dosso, che le sole calzette dai piedi, fatte a guisa di coturni, e ciò fanno presentandosi loro l’occasione di asciugarle al foco. Spogliansi talora della giubba, e del cintolo, a cui sta attaccato il coltello, e li fanno servir di guanciale,

  1. Kabanizca significa il feraiuolo.