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dentale della Fortezza entro un Vallone sorgeva anticamente uno stabilimento Romano. Il sito non è delizioso al par di quello degli abitanti presenti dalla parte opposta, ma sembra, che maggior cura de’ Romani fosse stata di situarsi, ove potessero aver dell’acqua di buona qualità, che ove potessero goder una dilettevole veduta. È ragionevole ch’essi abbiano avuto poco buon genio anche per l’Agricoltura. L’ampia, ed ubertosa Campagna di questo paese, che sino al principio di questo Secolo non era altro, che folto bosco, e perciò un nido di Lupi, ed Orsi, lo dimostra quanto basta. Mi si potrebbe opporre, che dai tempi de’ Romani potevano succedere mutazioni considerabili, ed io non vi contradico. Ma se i Romani fossero stati Agricoltori, non avrebbono lasciato il Fiume Cettina in abbandono a se stesso senz’argini, e senza ripari di sorte alcuna. Sembra, che il Fortis a torto penda a dar merito al Municipio Equense, ch’essendo situato poco lungi dalle sponde di questo Fiume, non lo avrà dic’egli, lasciato in abbandono a se medesimo. Non v’è avvanzo immaginabile lungo le rive della Cettina, che ci possa far credere, che una volta ella fosse arginata. E poi non è naturale, che un Popolo depredatore, e conquistatore, come lo erano i Romani, possi aver gran cura di coltivar i campi. Chi à da vivere con quel degli altri, non egli passa mai per la mente di darsi ad una vita laboriosa, e stentata1 In fatti il travaglio della

  1. Il Prencipe della Politica, voglio dire il grande Tacito a questo proposito ne’ costumi de’ Germani dice: pigrum quinimmo, & intersFonte/commento: Pagina:Osservazioni di Giovanni Lovrich.djvu/269 videtur sudore acquirere, quod possis sanguine parare.