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pagni, rimproverandoli acerbamente di esser più cauti in avvenire nel portar l’altrui denaro, perchè non sempre troveranno Socivizca. Questo tratto prova quanto esso era grato al suo benefattore, e che non per avidità di denaro esso faceva l’assassino, ma per bravura.
Socivizca ora arriva alla Età di anni sessanta uno, ed è robusto anzi che no, e promette di vivere altri trenta. Esso stà tranquillamente nella Villa di Gracazc nello Stato Austriaco, quaranta miglia all’in circa distante da Knin. Il suo taglio di viso è lungo, la statura mediocre, gli occhi azzurri, e la portatura feroce. Uniformi alla sua vita erano anticamente i costumi de’ Morlacchi, e Ovidio de Ponto ne dà qualche idea. „ O gli uomini osservo, dice Ovidio: appena sono degni di aver questo nome, ed ànno più ferocia de’ Lupi. Non temono leggi: ma la giustizia cede alla forza, e le leggi cadono vinte sotto la spada. Tutti col sangue cercano la preda, e senza questa il vivere, stimano una cosa vergognosa. Senza che tu li tema a prima vista ti possono divenir odiosi. Fiera la voce: truce l’aspetto: verissima immagine della morte.„ Tali sono i Montegrini di oggi giorno. Quindi è, se taluno dicesse, che gli Aiduzci in qualche tempo ànno formata una Nazione, non ragionerebbe male. Le azioni eroiche, che cantano i Morlacchi degli antichi Campioni della Nazione, io suppongo poco dissimili da queste di Socivizca. S’egli fosse nato ne’ tempi rimoti, forse di lui ora si canterebbe ciò, che si sente a cantare di Marco Kraglievich, e di molti altri; e se a giorni nostri si distinse Socivizca co’ fatti mirabili sopra tutti gli assassini di strada, in altri tempi si avrebbe forse acquistato uno Scettro.
FINE.