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cordo ad un altro Turco ancora. Costui lo riprese fortemente dicendoli „ Tu Maomettano vuoi dar la contribuzione ad un Aiduco Cristiano? Vigliacco che sei! Ricordati di finger di eseguir il tutto, ed uniti ad un numeroso stuolo di Persone andremo ad assalir gli Aiduzci, e se farai altrimenti, io ti accuserò al Passà. “ Infelice amico di Socivizca! O doveva divenir traditore, od aspettarsi una morte sicura. Si determina al tradimento. Al giorno stabilito Socivizca in poca distanza da Glamoz, giunse nel luogo assegnateli dal suo Pobratime. E com’esso non se ne fidava intieramente, andava osservando, se gli venisse tesa qualche insidia, e tutto all’improvviso vide alla lontana una molitudine de’ Turchi. I compagni di Socivizca volevano fuggire, ma esso li disuase.„ Se disse Socivizca, noi si diamo alla fuga, l’incontro de’ Turchi è certo, e la fuga è dubbiosa. Procuriamo d’ingannarli in qualche modo. Appostiamosi in un sito diverso da quello, che abbiamo stabilito coll’amico Turco. All’improvviso si affacciaremo contro loro, scaricando i nostri archibugi. Essi vedendo in noi tanta franchezza, s’intimoriranno, nè si persuaderanno mai, che in sì picciol numero, come siamo noi, potessimo esser i primi ad assaltare. Questo inganno gli porrà in fuga, e questo è l’unico mezzo di salvare le nostre vite “. Così fu fatto. Tesero l’imboscata alla numerosa flotta de’ Turchi, che venivano ad assaltarli, e quando mai eglino non si pensavano, Socivizca ed i suoi scaricarono contro ad essi i loro archibugi, e ne ammazzarono otto in una volta. I Turchi vedendo questa cosa inaspettata, si misero a fuggire, ma pochi de’ più coraggiosi tra essi rimasero per azzuffarsi cogli Aiduzci, i quali per parte loro appigliaronsi pure alla fuga. Era-