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sparite si vedevano venire le schiopettate dalla parte degli Aiduzci, che ammazzorono otto di loro. I Turchi allora prendendo in certo modo per Istregoni gli Aiduzci, secondo il solito voltarono le spalle, e Vilembegh quel campione, che tanto si decantava restò ferito in un braccio, e se non fuggiva ne’ Veneti confini nel Territorio di Knin, Socivizca lo ammazzava, come un vil poltrone. Il suo coraggio dimostrato in questa occasione unitamente a’ molti fatti precedenti gli conciliarono la stima, l’ammirazione, e l’amicizia di alcuni Turchi, che più volte gli spedirono de’ presenti. Una fanciulla Turca, che udiva risuonare per le bocche il nome di Socivizca, credendo forse ch’egli dovesse essere valoroso in amore, come lo era nelle armi, volle farselo Probatime, e gli donò in segno di amicizia una Marama

specie di asciuttamano ricamato di oro alle due estremità del prezzo di dodici Zecchini all’incirca. Socivizca avea per Probatime anche un Turco. Ordinò a questo dodici Kabanizce, e buon vestito di panno per dodici Persone. Si stabilisce il giorno, ed il luogo in cui Socivizca doveva andar a prendere questa robba. Il suo Probatime Turco palesò l’ac-

    entusiasmo della gloria, l’amor della vita che dominano negli Aiduzci, li fanno diventar ingegnosi per forza. Le Opanke, cioè le scarpe degli Aiduzci nella punta finiscono con una specie di becco all’insù. Quando sono le nevi per terra, si fanno essi le scarpe co’ becchi in su sì dalla punta de’ piedi che dalla parte delle calcagna, acciò i nemici non possano rinvenir le loro traccie. Questo è aver la finezza a un di presso simile a quella di Caco, che rubò i Bovi ad Ercole, e strascinolli nella sua Caverna per la coda.