Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
e quattro de’ compagni di Curbek rimasero morti, esso ferito, e gli altri se ne fuggirono. Dalla parte di Socivizca due compagni furono solamente feriti. Qual infamia non era questa per lo nome Maomettano, che un’Aiduco con alquanti compagni li malttratasse in simil guisa? Qual onore, e qual premio non si acquistava chi avesse ammazzato Soçivizca? Si trovò uno fra’ Turchi, chiamato Vilembegh, che inviò una lettera a Soçivizca, conceputa in questi termini. „ Tu che ti vanti di essere il distuttorFonte/commento: Pagina:Osservazioni di Giovanni Lovrich.djvu/269 de’ Turchi, vieni, se non se’ femmina alla disfida meco. Io t’invito, come più ti piace o solo a solo, od unito a forze uguali alle mie. “ Socivizca, che si vedeva invitato in modo così orgoglioso da un Turco, radunò dodici valorosi compagni, nè desiava altro che il momento d’incontrarsi con Vilembegh, ed in vece di aspettarlo al luogo stabilito, lo attese in un altro. Vedendo il Turco, che Socivizca non era al luogo patuito, andavasi pavoneggiando, e diceva che si era nascosto al suo valore. In questo frattempo si presentò Socivizca co’ suoi dodici compagni contro Vilembegh, che ne avea quaranta; ma il numero delle Persone non isgomentò punto Socivizca nè gl’ispirava la viltà di tornarsene addietro. Si appostò co’ suoi in una infelice situazione, sendo circondato da ogni parte da’ Turchi, ricorse però anche in questa occasione ad un bellissimo stratagemma, ed è che tutti gli Aiduzci si ascosero dietro gli alberi, e le loro berette in qualche lontananza misero sparse quà, e là all’intorno. I Turchi dirigevano le loro archibugiate alle berette1, e nulla ostante, che molte vedevano
- ↑ Questi fatti sembrano Romanzeschi, ma la necessità, l’