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chi) ed una nel capo, che morto lo fè cader per terra. Ucciso un Turco sì valoroso, si raccomandarono ai piedi loro gli altri Turchi, cinque de’ quali non potero sfuggir la morte per la caccia, che lor diero Socivizca, ed i compagni. Ottenuta la vittoria, e spogliata la Caravana del meglio, che avea, si travestì Soçivizca con i compagni, facendo che ognuno se ne gisse separato. Così operava egli per sottrarsi alla moltitudine de’ Turchi, che di lui andavano in traccia, e mentr’essi cercavano una partita di Aiduzci, non passava loro per la mente di badar ad un solo individuo. I Morlacchi nostri, avute le nove del pericolo di Soçivizca, e della sua valorosa difesa, non mancarono anche questa volta esercitar i loro talenti poetici nel comprogliFonte/commento: Pagina:Osservazioni di Giovanni Lovrich.djvu/269 una Eroica canzone. Dopo questo fatto Soçivizca se ne stette quieto per due mesi in circa: unitosi poscia a’ quattordici compagni andò sopra Mostar, e stando con essi all’ombra di un albero, osservò camminar da lungi due Turchi per istrada. Erano di parere i suoi compagni di andar in quattro ad assalirli. Questa opinione sembrò vile a Socivizca, e si oppose dicendo „ basto io solo.„ S’inviò verso i due Turchi sempre col guardo fisso in terra. Essi gli chiesero la ragione, perchè con tanta diligenza guardava in terra? Dolendosi esso rispose. „ In questo punto quel ladrone di Soçivizca mi à tolto a viva forza con un un suo compagno due de’ miei cavalli, e vado osservando, se posso rinvenirne le traccie “. I Turchi mossi a compassione di questo finto infelice, e per l’odio, che nutrivano contro Soçivizca, cominciarono anch’essi a rintracciar i cavalli, e mentre guardavano in terra, Soçivizca con uno sparo di pistola ne ammazzò uno, e con la sciabla l’altro con tanta celerità, che neppur gli permise di metter ma-