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compagni, ed ucciso un altro Turco, gli altri cinque misero in fuga. La Caravana, che veniva in seguito era troppo numerosa, nè volle arrischiarsi Soçivizca di darle ulterior impaccio, e se avesse avuto più compagni seco, allora si poteva fare una grossissima preda. Dopo questo fatto tornò ad Imoschi ove visse tranquillamente per nove anni in circa dedito alla mercatura, eccettochè si dilettava di quando in quando ammazzar qualche Turco per diporto. Ma uno de’ suoi fratelli si compiaceva di girsene co’ più feroci Aiduzci ad insultar i Turchi, e tra gli altri vi era il famoso Pezcirep, che si prendea gioco d’impalar vivi i Turchi stessi, ed arrostirli. A questo però fu resa la pariglia, allora quando i Turchi lo presero, e conficatogli un palo per di dietro, si dice, che sia vissuto tre giorni sullo stesso, ma sempre ugualmente fiero, e per mostrar, quanto sprezzava la morte sul patibolo fumava del tabacco. Il fratello di Soçivizca erasi fatto Pobratime con un Morlacco Greco, suddito Ottomano. Questo perfido Greco seppe fingerli amicizia così grande, che lo persuase di andarsene seco a casa propria, poco lontana dai confini d’Imoschi, e trattatolo con tutta la ospitalità Nazionale, ed ubbriacatolo bene, lo consigliò di colcarsi per riposare un poco. Intanto esso corse ad avvisare i Turchi, e per l’avarizia di bruscar la mancia, consegnò l’amico nelle loro mani, che lo condussero al BassàFonte/commento: Pagina:Osservazioni di Giovanni Lovrich.djvu/269 di Travnik. Il fratello di Socivizca, come puossi ognuno immaginare, fu tormentato da’ Turchi per otto giorni continui ne’ modi i più barbari, ed i più atroci. Arrivato agli orecchi di Soçivizca il caso tragico del fratello, e non essendogli noto precisamente il caso, andò a prender le informazioni dal finto suo Probati-