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VITA
DI
. . . . . reperies qui ob similitudinem morum alienæ
malefacta sibi objectare putent. Tac. an. 4.
A
Nimato dall’esempio di molti celebri Scrittori, io mi fo lecito di scrivere la vita di un’assassino di strada. Salustio ci lasciò scritte le sedizioni di Catilina. Questo Scrittore fu criticato da più Storici, per aver lasciate alla posterità memorie così indegne, ma essi non riflettevano, come il sublime ragionatore Tacito, che gli uomini per la somiglianza de’ costumi talotta credonsi rimproverare gli altrui misfatti. Per questo forse altri scrisse di Cartoccio, ed altri di Mandrino. Fra Paolo Sarpi quel sagace, ed acuto scopritor del vero si degnò di tramandar a’ posteri la Storia degli Uscocchi, che non erano, se non assassini di strada, e Pirati da mare. Da queste vilissime sorgenti però ne’ tempi più innocenti quanti Regni non sono derivati? L’illustre fondator di Roma non apparisce egli agli occhi de’ giudiziosi Scrittori una specie di assassino di strada? E perchè questo non è luogo di tediar con l’infinità degli esempj, darò principio alla vita del mio assassino. Ella ci porgerà de’ fatti, che sembreranno Romanzeschi, ma come la verità, ch’è la mia guida non mi permette di allettare i Leggitori colle favole, così neppure mi con-